The Story
Quando l’ombra nera apparì intorno al contorno in legno della porta della taverna, il silenziò cadde lungo i tavoli e sulle facce dei commensali si dipinse un’espressione di indisposizione e timore. La reputazione di Helmut Vinker lo precedeva in ogni anfratto della nazione. Conosciuto anche con il soprannome più che adeguato “la Macchina da Morte”, l’energumeno aveva imparato ad apprezzare ogni sfaccettatura malvagia e non vera a riguardo. I contorni fisici dell’uomo si delineavano lentamente mentre i deboli raggi rosati del tramonto penetravano dalle finestre sporche del Cloutpark, sporcando l’alone di buio che si trascinava addosso. Il lungo e spesso mantello polveroso che teneva sulle spalle dondolava a ogni pesante passo e un tintinnìo ferroso soffocava sotto gli strati di tessuto che gli coprivano il corpo, dal collo a metà coscia.
