Liscio Come L’Odio #1
A mia mamma si ruppero le acque mentre andava in bicicletta. Si pensò subito ad un parto pedalico. D’altronde pedalare senza sellino non era consigliato.

Liscio Come L’Odio #1
A mia mamma si ruppero le acque mentre andava in bicicletta. Si pensò subito ad un parto pedalico. D’altronde pedalare senza sellino non era consigliato.
tratto da “La Sostenibile Pesantezza dell’Avere” (2014) – Undici
Ieri abbiamo scoperto le droghe[1].
È stata una bella esperienza sebbene mi abbia fatto capire che siamo vicini al Natale.
Sì, lo so che è marzo ma conosco i tempi di consegna delle poste per una semplice lettera.
Inoltre come avrete visto non ho un buon rapporto con le poste.
Ho deciso allora di scrivere la mia letterina qui.
Beh poi strapperò le pagine e la manderò al signor Natale ovviamente.
Allora.
tratto da “La Sostenibile Pesantezza dell’Avere” (2014) – Tredici Meno Due e Mezzo
Questa non era una pagina di diario, dai. Siamo sinceri. Era un semplice racconto!
E chi diavolo sono Alford e José?
Che Mario e Dario abbiano scoperto le droghe?
Non lo sapremo mai.
Beh a meno che nella prossima pagina non parlino di come hanno scoperto le droghe il
giorno prima.
…
Non resisto, giro pagina.
“…frane semantiche, idiosincrasie poetiche…”
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– Critici
Fa scalpore sui social, col record di sharing, la poliziotta che si mette l’uniforme.
Poliziotta condivisa.
“…credo mi lascerò dormire nel tepore di un ricordo…”
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– Alba
tratto da “La Sostenibile Pesantezza dell’Avere” (2014) – Dieci
Alford non riusciva a dormire.
Forse erano le lasagne al forno che stava ancora finendo di masticare.
Forse era il suo non essere abituato ad andare a dormire alle sette di sera, tra il primo e il
secondo, quindi in bilico sul gradino del podio.
Provò a contare le pecore.
Zero.
Niente.
Premessa: Siccome ho notato che la pagina inerente a Zalmoxis su Wikipedia versione italiana differisce in gran parte sulla versione inglese della stessa enciclopedia online, ho deciso di continuare la ricerca sull’uomo/dio dei Geti traducendo personalmente anche la versione inglese la quale pare attingere da più fonti che ancora non ho controllato ma alle quali mi dedicherò quando il tempo a mia disposizione lo concederà.
Zalmoxis (Greco: Ζάλμοξις)[1] è una divinità dei Geti (un popolo del Danubio meridionale), menzionato da Erodoto nelle sue “Storie” (IV, 93-96).
Nelle interpretazioni successive, che iniziarono con Giordano (o Giordane) (VI sec dC) e sono proliferate durante il XIX e XX sec, principalmente in Romania dove è conosciuto con il nome di Zamolxis, egli veniva riconosciuto come l’unico dio dei Geti o come un leggendario riformatore sociale e religioso che, secondo Erodoto, insegnò ai Geti a credere nell’immortalità, in modo che considerassero la morte come un mero tragitto verso Zalmoxis. Erodoto afferma che Zalmoxis fosse anche chiamato, da alcuni Geti, Gebeleizis, che portò alcuni ricercatori a concludere che i Geti fossero in realtà enoteisti o addirittura politeisti. Un’altra discussione esistente riguarda il personaggio ctonio (infernale) o uraniano (paradisiaco) di Zalmoxis.
La sposa esagera col lancio della sua composizione floreale e il mazzo esce dalla finestra del ristorante.
Bouquet di fuori.
“…sbianca nel rumore di un tratto come le ultime sere che ho perso…”
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– Rigetti